Salute - 20190730_Sonia

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Salute


“ (…) senza salute tutto è niente”    (A. Schopenhauer)

‘salute’ …‘salvezza, incolumità, integrità'

Dr.ssa Sonia De Leonardis
Psicoterapeuta – Psicologa

Con il termine ‘salute’ (dal lat. 'salus'ùtis ‘salvezza, incolumità, integrità’ affine a ‘salvus’ ‘salvo’) si indica in Medicina lo stato di benessere individuale, espressione di normalità strutturale e funzionale dell’organismo considerato nel suo insieme (Dizionario Enciclopedico Treccani).
Concettualmente dunque il termine ‘salute’ esprime una condizione positiva di efficienza psicofisica e non corrisponde alla assenza di malattia e di deficit funzionali.   

La Medicina Classica, (non quella antica) per secoli, privilegiando la salute fisica si è concentrata maggiormente sul versante delle malattie e su come debellarle. Per secoli ciò è stata una priorità. Già dal 1948 l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), andando oltre una concezione di ‘Salute’ come assenza di malattia o infermità, ha esteso la sua definizione ad uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, come il massimo grado di benessere raggiungibile da un individuo dal punto di vista bio-psico-sociale.
Al mantenimento complessivo della Salute concorrono dunque molti fattori, biologici, psicologici culturali, sociali, etc. che includono dunque anche l’ interazione fra la salute fisica e la salute mentale di una persona.

Anche nella nostra Costituzione Italiana la tutela della Salute è un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività. Ovvero una responsabilità individuale e una responsabilità collettiva. Ricorrendo dunque alle nostre capacità di discernimento, e ‘cum grano salis’ come dicevano i latini, è utile ricorrere alla Medicina e ai Medici chiedendo probabilità di guarigione, più che certezze. I Medici fanno diagnosi, prognosi (sulla base di stime di probabilità), eseguono interventi chirurgici e somministrano cure, ma non possono dare certezze granitiche; gli esseri umani sono estremamente complessi.

Ricevere e fornire delle informazioni di probabilità della cura proposta significa sapere più di prima, per costituirsi una base conoscitiva più circostanziata, in modo da prendere decisioni in merito alla propria salute. Ciò in pratica significa anche riflettere su di sé e su come si è, e sulla propria responsabilità, e significa che gli esami clinici diagnostici vanno fatti accanto a colloqui psicologici, poiché più importante ancora del fornire delle percentuali di probabilità (che raramente viene fatto) significa ricordarsi che il ‘come’ si comunica una informazione, una diagnosi o una prognosi, può fare la differenza per una persona.

Nessun colloquio può sostituire un esame ematico o una tac, e viceversa, una tac non può comunicare alcun sostegno emotivo ad una persona che stà affrontando un momento difficile, nè comprendere le sue fragilità o riattivare le sue risorse: ciascuno ha il suo posto nel quadro generale.
Ciò significa che ciascuno ha la possibilità di essere responsabile e di sentirsi “protagonista” del recupero della sua Salute. Questo atteggiamento permette di affrontare anche quelle percezioni di ulteriore vulnerabilità che originano da “condizioni” classificate come patologie incurabili, da alcuni estesi alla persona, bollata spesso superficialmente come “malato cronico”. Non dimentichiamo che le più recenti avanguardie della Medicina hanno iniziato a trattare anche i così detti ‘Sintomi medici inspiegabili’ e ad occuparsi anche di ‘patologie rare’ ancora sconosciute. La ricerca andrebbe sostenuta.

Nell’ottica di favorire un recupero della salute i miei interventi e colloqui sono orientati alla persona partendo dal superamento del dualismo ‘mente-corpo’ che la mantiene, invece, scissa e frammentata, bloccata nell’incomprensione che quel malessere ha per lei e che la relega in una posizione passiva e cronicizzante.
Mi baso sulla rilevazione (che tutti possiamo fare) che “niente di organico è senza senso e niente di psichico è senza corpo” (Viktor Von Weizsacker 1886-1957) e sull’assunto che tanto i sintomi fisici quanto un conflitto mentale sono parti di una espressione unitaria della persona che va considerata nella sua totalità. Come ha scritto F. Perls (2011): le parole corpo e anima prese singolarmente “…sono basate su una scissione artificiale, assente nella realtà (…) le parole ‘corpo’ e ‘anima’ denotano due aspetti della stessa ‘cosa’ (…) un’unità che non ha mai cessato di esistere.
Sei consapevole che per mantenere la propria salute parte della cura migliore per te si cela in te stesso? Cosa intendi quando parli della tua salute? Se desideri o hai bisogno di parlarne per un sostegno psicologico prenota un colloquio, verifichiamo insieme se posso aiutarti e come possiamo procedere insieme.  

Dr.ssa Sonia De Leonardis            
Psicoterapeuta – Psicologa


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